Il sottosuolo, questo sconosciuto; chissà quanti segreti, quanti misteri, quanti elementi a noi ancora oggi ignoti, e quanta storia nasconde il mondo sotterraneo. Certo l’uomo fisicamente non può permettersi di spingersi troppo in basso, ci sono palesi impedimenti di natura geofisica da superare, e l’unica speranza per raggiungere profondità proibitive resta esclusivamente quella di farlo utilizzando dei robot o dei macchinari costruiti con elementi super resistenti a alte pressioni e temperature.

Ma fermiamoci a quello che è umanamente possibile fare, e cioè a quella branchia della scienza che studia le caverne sotterranee chiamata ‘speleologia’; ‘spelaiòn’ è un termine greco che significa ‘caverna’, e ‘logos’ è ‘discorso’. Ne viene fuori che lo speleologo è colui che si occupa dell’esplorazione e della divulgazione di tutto ciò che si conosce circa il mondo sotterraneo, sia esso riguardante cavità terrestri che ambienti sommersi, siano essi di origine naturale o artificiale.

Tipi di attività secondo la cavità da studiare

Le prime tracce di attività speleologiche vanno davvero molto indietro nel tempo; contrariamente a quanto si pensasse infatti, secondo alcuni ritrovamenti, sembra che già nel 853 a.C. il Re Assiro Salmanassar III si sia addentrato personalmente nelle caverne situate alla sorgente del fiume Tigri, e che si sia successivamente fatto realizzare dei bassorilievi con cui decorò le porte del suo palazzo reale, profondamente affascinato dalla misteriosa bellezza di quei luoghi sconosciuti.

Nel corso dei secoli si sono avute molte altre testimonianze di esplorazioni del sottosuolo fino ad arrivare all’Ottocento, secolo in cui quella che fino ad allora era stata sempre considerata come una semplice attività di escursione nelle grotte sotterranee iniziò a diventare una professione vera e propria, volta a scoprire e rendere note al mondo intero tutte le informazioni e le testimonianze che si incontravano man mano che ci si addentrava nelle viscere della Terra. Grotte marine e terrestri, siano esse di origine naturale o artificiale (antichi cunicoli o reti idriche, fognature, miniere o catacombe), sono state e sono tuttoggi al centro di studi circa la loro formazione e composizione, oggetto primario di quella che effettivamente la speleologia.

Tecniche di esplorazione utilizzate

Fu il francese Edouard Alfred Martel (1859-1938) ad essere considerato il vero pioniere della speleologìa moderna; amante delle scienze naturali nonché avvocato, Martel fondò nel 1895 la Sociedad Espeleologica de Francia, ponendo decisamente nell’oggetto sociale della neocostituita impresa ‘lo studio di morfologia e topografia delle caverne sotterranee’. Nel fare questo lavoro capitava ovviamente di scoprire e portare alla luce reperti interessantissimi di vario genere come antiche tracce di flora e fauna, ossa di esseri preistorici o anche di umani vissuti successivamente che hanno ‘abitato’ la caverna in questione fino a qualche generazione prima della sua scoperta, fossili di esseri viventi totalmente sconosciuti. Può succedere davvero di tutto sottoterra.

Tre sono le branchie in cui si suole suddividere la speleologia moderna, e sono: la ‘speleologia vulcanica’, che si interessa principalmente di grotte e cavità sotterranee createsi in conseguanza all’azione della lava fuoriuscita dai vulcani, la ‘speleologia carsica’, che invece si occupa di caverne e grotte create grazie all’azione erosiva dell’acqua, e quella ‘subacquea’ che , come appunto indica il termine, si concentra sull’esplorazione di grotte sottomarine.

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La speleologia come attività sportiva

Stalattiti, stalagmiti, colonne ed archi naturali scavati naturalmente nella roccia dall’acqua o dal fuoco, questi sono gli scenari più comuni che si incontrano durante una escursione speleologica, ed è per questo motivo che bisogna essere preparati se si vuole praticare questa passione come fosse uno sport; sarà difficile infatti riuscire a districarsi nella tortuosa rete di cunicoli e grotte sotterranee se prima non ci si è ben preparati anche fisicamente, il pericolo è sempre in agguato.

Sarà sicuramente avvantaggiato chi, prima di lanciarsi in un’avventura sottoterra, ha magari già qualche esperienza di trekking o di scalata, ma anche chi è abituato a tenere il fiato in allenamento con corse mattutine o comunque esercizio fisico parte con il piede giusto; non bisogna mai sottovalutare i pericoli che un ambiente ostile può generare, ed è quindi sempre meglio farsi trovare pronti e ben svegli prima di affrontare una discesa nelle cavità terrestri.

Materiali e consigli per praticare speleologia

Il primo suggerimento più che un semplice consiglio vuole essere quasi un ordine: non avventurarsi mai e poi mai da soli in un’avventura di questo genere, è pericolosissimo!
Potrebbe bastare un semplice malore, un calo della pressione o degli zuccheri, un’improvvisa perdita dell’orientamento, uno svenimento magari in seguito ad una capocciata data ad uno spuntone di roccia che non ci si aspettava di trovare proprio lì, e la frittata sarebbe fatta; specialmente se non si ha avuto il tempo di avvisare qualcuno circa il luogo scelto per l’escursione, questo potrebbe significare addirittura la morte.

E’ certamente cosa giusta invece prepararsi uno zainetto con gli accessori che maggiormente potranno essere utili all’uopo come corde, ganci, torcia elettrica, bussola, tutti quegli accessori insomma che un avventuriero deve sempre portare con se; detto ciò non resta altro da fare che vestirsi in modo adeguato, chiamare gli amici, e partire alla scoperta dei misteri del sottosuolo.